Ripatransone sorge alla sommità del crinale che si innalza tra le valli parallele del fiume Tesino (a sud) e del torrente Menocchia (a nord). La parete è estremamente ripida su tre lati, mentre a est declina più dolcemente verso il litorale. L'altitudine ha un picco di 508 m sul Colle San Nicolò. Geologicamente i colli ripani risalgono al Pliocene e sono costituiti di calcare, sabbia, argilla e arenaria.[5] Ai tradizionali colli cittadini si affiancano, negli immediati dintorni, altre rilevanti alture come il Castellano (432 m) a nord e il Monte Attone (493 m) a sud est.
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Sotto Ripatransone passa un intricato sistema di spelonche chiamate Grotte di Santità, un intrico di cunicoli artificiali d'epoca preistorica chiusi nel 1967.[6] La struttura, che taglia il paese in larghezza, avrebbe un'estensione di quasi 2.000 m².[7] Il suolo urbano è stato interessato da isolati crolli, come quello di piazza Matteotti, che nella notte del 10 agosto 1994 portò alla luce i resti di una chiesa, San Biagio in Piazza, demolita nel1660.[8]
Il terreno circostante è fertile, adatto a tutte le coltivazioni della campagna mediterranea e in particolare all'olivo e alla vite. Tipici delle colline ripane, e marchigiane in genere, sono i calanchi, gli ampi solchi formati dall'erosione pluviale che conferiscono un aspetto lunare al paesaggio.
Il colle ripano fu abitato fin dal Neolitico e alla sua sommità si avvicendarono gli Umbri e i Piceni. Con la conquista romana scemò in importanza, per ripopolarsi solo all'epoca delle invasioni barbariche. Nel IX secolo sorsero i castelli di Monte Antico, Capodimonte, Roflano e Agello. Il paese fu unificato nel 1096 e assunse il nome odierno nel 1198.
Libero comune dal 1205, Ripa conquistò definitiva autonomia da Fermo con la costituzione in Città e Diocesi per concessione di Pio V (1571). Fu roccaforte quasi imprendibile nella lotta contro le città rivali, e meritò perciò l'appellativo di Propugnaculum Piceni. Subì infatti rare espugnazioni, la più importante delle quali ad opera di Francesco Sforza, di cui si liberò un anno dopo nella battaglia di Santa Prisca (1445).
Capoluogo di cantone del dipartimento del Tronto in epoca napoleonica, votò l'annessione allo stato italiano il 19 settembre 1860. Fino aglianni cinquanta ebbe una forte espansione demografica, sfiorando i novemila abitanti, per poi subire un repentino spopolamento arrestatosi solo sul finire del XX secolo.
Dopo Ascoli Piceno, Ripatransone è il centro storico di maggiori dimensioni della provincia,[18] e il suo aspetto monumentale discende dall'importanza della città nel passato. L'impianto del paese è medievale, e numerosi sono i resti delle antiche fortificazioni. Il corso Vittorio Emanuele taglia longitudinalmente l'abitato per circa un chilometro, costeggiato da alti palazzi signorili di varie epoche.
La Cattedrale di San Gregorio Magno e Santa Margherita (XVI-XVII secolo) sorge nell'antico cuore religioso della città, piazza Condivi, nel quartiere di Capodimonte. La fiancata sinistra fronteggia il palazzo vescovile, nato dalla riconversione di un ex convento agostiniano adiacente alla chiesa di Sant'Agostino.[8]
Chiese Urbane:
Chiesa di San Filippo
- Chiesa di Sant'Antonio (1845-1846). Auditorium di Santa Caterina.
- Chiesa di San Benigno. Antico duomo di cui resta solo il campanile.
- Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria (“Sant'Agostino”), sconsacrata. Fu adibita a cinema nel Novecento e a museo d'arte sacra nel Duemila.
- Chiesa di Santa Chiara. Architettura tardobarocca, consacrata alla metà del Settecento. Vi è annesso l'ex seminario vescovile.
- Chiesa dell'Immacolata (“San Filippo”). Ultima parrocchiale del quartiere di Agello, fu fondata dagli Oratoriani e iniziata nel tardo Seicento. Ha impianto a croce latina corta, con una sola navata. Presenta cappelle laterali con ornati lignei e pale d'altare che risalgono per lo più al primo Settecento. La cappella di San Filippo conserva un altare marmoreo con ipotetiche reliquie del santo. Sopra l'altare maggiore è installata una statua dell'Immacolata, opera di Fedele Bianchini (allievo del Canova). Ilfonte battesimale (1930) è opera giovanile di Uno Gera e fu realizzato in occasione dell'elevazione della chiesa a parrocchiale. Di Gera sono anche due grandibassorilievi raffiguranti la nascita e la morte di Gesù.
- Chiesa di Santa Maria Annunziata d'Agello, sconsacrata.
- Chiesa di Santa Maria Magna (“San Francesco”). Edificio del XIII secolo, era annessa a un convento di frati minori e conservava due lapidi commemorative (una di esse, dedicata a Giovanni da Ripa, finì frammentata e fu ricomposta nel 1997).[19] Il convento fu riconvertito in ospedale civile nel 1810. La chiesa in rovina venne trasformata in orfanotrofio nel 1938. Residua un campanile di 30 m, ristrutturato lo stesso anno.[8]
Campanile di San Francesco
- Chiesa di Santa Maria della Valle.
- Chiesa di San Michele Arcangelo (“Sant'Angelo”). Romanica, a una sola navata, conserva opere pittoriche del Quattro-Cinquecento e un fonte battesimale a forma di calice che è il più antico di Ripatransone.
- Pieve di San Nicolò. Sorge sull'omonimo colle che sovrasta la città. Possiede un'abside che sembra risalire IX secolo, e secondo testimonianze storiche aveva due navate.[8] Fu abbandonata nel 1659 con il trasferimento della parrocchia in Santa Maria della Valle,[20] ma solo nel XIX secolo venne sconsacrata e resa padronale.[8]
- Chiesa di San Pastore, annessa al monastero teresiano.
- Chiesa di San Rocco (“dei Sacconi”).
PALAZZI SIGNORILI E ABITAZIONI PRIVATE DA VISITARE:
- Casa Benvignati (XV secolo).
- Casa Bruni (XV-XVI secolo), dimora dell'artista e letterato Ascanio Condivi, con loggetta a due archi.
- Casa Fedeli (XVII secolo).
- Casa Gallo, con iscrizione del 1503.
- Casa Mancini, con portale bugnato e stemma.
- Casa Tozzi-Condivi (XVIII secolo).
- Complesso dei Grifoni, artistica terracotta decorata del Quattrocento sulla facciata di un'abitazione.
Complesso dei Grifoni
- Loggiato di piazza Matteotti. Include un'abitazione con portico quattrocentesco e trabeazioni in legno, seguita a breve distanza da Casa Teodori, sempre quattrocentesca, con portico ogivale e terrecotte.
- Palazzo Benvignati (XVII-XVIII secolo).
- Palazzo Benvignati-Angelini (XVI-XVII secolo).
- Palazzo Bruti Liberati (XVIII).
- Palazzo Bonomi-Gera (XVII secolo), sede del Museo civico.
- Palazzo Cellini (XIX secolo), gotico senese.
- Palazzo Di Lorenzo (XVI secolo).
- Palazzo Di Pasquale (XVIII secolo).
- Palazzo Fedeli (XVII secolo).
- Palazzo Lupidi-Boccabianca (XVII-XVIII secolo).
- Palazzo Massi-Mauri (XVIII secolo), con balcone e artistica ringhiera in ferro battuto.
- Palazzo Rotigni (XVI secolo).
- Palazzo Tassoni-Gera (restaurato nel XIX secolo).
- Palazzo Vegezi (XVI secolo).
Teatri:
- Teatro Corte delle Fonti. Nato negli anni novanta, è un teatro all'aperto che sovrasta un antico lavatoio pubblico entro il medievale Complesso delle Fonti. Permette di ospitare un numero di spettatori più elevato delle altre strutture cittadine ed è utilizzato nella stagione estiva per spettacoli d'ogni genere, dall'allestimento di opere liriche all'esibizione di artisti e gruppi moderni.
- Teatro Luigi Mercantini, ottocentesco. È ospitato al primo piano dell'ala destra del Palazzo del Podestà.